In occasione dell'anniversario dell'attentato a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e alla loro scorta, ripubblico la mia recensione del romanzo di Roberto Saviano dedicato alla vita del giudice italiano che meglio ha capito e combattuto la mafia. Il romanzo è stato pubblicato in Francia il 6 febbraio 2025.
Oggi esce per Gallimard, nella versione di Laura Brignon, la traduzione francese di
Solo è il coraggio, un romanzo di Roberto Saviano che offre un ritratto del giudice Giovanni Falcone. In particolare l'autore tenta qui di tracciare, attraverso un'immaginazione plasmata da fonti incontrovertibili, il profilo umano del celebre giudice antimafia.
La narrazione inizia da un episodio del 1943 a Corleone, dove il giovane Totò Riina assiste alla morte dei suoi familiari mentre tentano di disinnescare una bomba alleata. Questo evento segna simbolicamente l'avvento di un nuovo modello mafioso.
Il protagonista resta comunque Giovanni Falcone, del quale l'opera mette in evidenza la capacità di comprendere, nonostante l'isolamento e le minacce, la complessità di un'organizzazione criminale pervasiva. Il romanzo mostra anche come il lavoro di Falcone abbia contribuito alla presa di coscienza nazionale della necessità della lotta alla mafia.
Che lo si legga per informarsi o anche soltanto per riflettere e per ricordare, Solo è il coraggio riflette su una pagina di storia italiana che non abbiamo ancora del tutto integrato, oltre a fornire uno spunto di riflessione su cosa siano la solitudine e il coraggio.
Questo sabato 8 febbraio, Saviano terrà una masterclass all'mk2 bibliothèque, nel 13° arrondissement di Parigi