lunedì 7 luglio 2025

Paris Noir

 

Per una volta vorrei parlare di una mostra che si è conclusa, qualora ve la foste persa: si tratta di Paris Noir, la penultima mostra del Centre Pompidou prima della sua chiusura per ristrutturazione. È stato molto stimolante per me immergermi, attraverso l'arte, nei temi del mio primo dottorato.


La mostra mirava a mettere in luce la presenza e l'influenza degli artisti neri a Parigi dal 1950 al 2000. Erano esposte più di 350 opere di oltre 150 artisti. La mostra è stata molto popolare (e frequentata) ed è stata accompagnata da conferenze, film, visite guidate a tema e podcast. A marzo si è tenuto anche un simposio al Centre Pompidou e al Musée du Quai Branly sull'identità nera e la memoria della schiavitù

 Le grandi figure di riferimento culturali sono le stesse che hanno influenzato gli scrittori su cui verteva la mia prima tesi: Léopold Sédar Senghor, Aimé Césaire ed Édouard Glissant. A quest'ultimo è stata dedicata un'installazione centrale che evocava il Black Atlantic e il pensiero del "Tutto-mondo".
La sezione che ho trovato particolarmente interessante è stata quella relativa alla resistenza e all'anticolonialismo: politicamente impegnate, le opere esposte riflettono le lotte per l'indipendenza, i diritti civili e l'identità nera postcoloniale.
L'autoritratto sul manifesto è di Gérard Sekoto; è stato dipinto nel 1947 ed è storicamente simbolico per la postura e lo sguardo scelti. Altri grandi nomi rappresentati in questa mostra sono Ed Clark, Bob Thompson, Romare Bearden, Christian Lattier, oltre a figure provenienti da pittura, scultura, fotografia e video, talvolta ancora raramente esposte in Francia. Alcune creazioni sono state appositamente progettate per la mostra da Valérie John, Nathalie Leroy-Fiévee, Jay Ramier e Shuck One, tra cui opere immersive e narrative (cartografie, collage, tessuti, archivi, ecc.).
Con questa mostra, il Centre Pompidou mi ha offerto l'opportunità di approfondire e perfezionare i concetti fondamentali che avevo studiato nel corso della mia prima carriera, attraverso un'immersione molto piacevole in mondi diversi, tutti incentrati sul concetto di libertà. Non vedo l'ora di scoprire cosa diventerà il Beaubourg tra cinque anni, quando riaprirà.

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