domenica 26 gennaio 2025

Madri

Le mie ricerche dottorali mi hanno portato a studiare romanzi e racconti pubblicati in italiano. Tuttavia, quando un'opera italiana viene pubblicata in francese, mi piace parlarne qui, soprattutto se si tratta di un'opera che mi ha particolarmente toccato. Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone è stato pubblicato in Francia qualche mese fa, poco prima della nascita di questo blog, nella traduzione di Nathalie Bauer per le edizioni Globe.

Nata a Milano, quando aveva 8 mesi Maria Grazia Calandrone è stata abbandonata a Roma dai suoi genitori biologici, che si suicidarono il giorno stesso. In seguito fu adottata da una famiglia romana. In quest'opera e in Splendi come vita, la scrittrice racconta vicende legate a ciascuna delle sue due madri. Dove non mi hai portata è dedicato alla madre biologica. Qui in Francia si definirebbe un tipico racconto di filiazione, se la prosa non trascolorasse spesso in versi poetici. L'indagine di Maria Grazia la porta non solo a scoprire e ricostruire una serie di informazioni frammentarie sulla madre Lucia, ma soprattutto a contestualizzare le sue azioni e quelle suo compagno Giuseppe, padre della narratrice. Mano a mano che si procede, da scelta intima e disperata, il loro suicidio si riconfigura come gesto politico di speranza.

Oltre al ritratto della società italiana degli anni '60, in cui il divorzio era illegale, e alla riflessione sull'impatto delle leggi e della morale sulla vita degli individui, anch'essa molto accurata, Dove non mi hai portata propone una prospettiva esistenziale vertiginosa. 

Quando ho avuto la possibilità di parlare con l'autrice di ciò che emerge da queste pagine, mi sono commossa. Non voglio anticipare troppo, basterà scrivere che la scrittura di Maria Grazia Calandrone è un fiore tra le rovine, profuma di amore e di libertà. Buona lettura.

giovedì 23 gennaio 2025

Itinerario nel 14o arrondissement

Abbiamo già parlato del 14° arrondissement di Parigi, un quartiere ricco di storia, cultura e luoghi emblematici da scoprire. Ecco un itinerario ideale per una giornata di visite turistiche, che unisce arte, natura, storia e vita locale.

Iniziate la giornata alla Tour Montparnasse, uno dei grattacieli più alti di Parigi. Prendete l'ascensore fino all'osservatorio al 56° piano per ammirare una vista panoramica a 360° sulla città, paragonabile a quella della Torre Eiffel, ma con la torre Eiffel in più!

A pochi passi dalla Tour Montparnasse, immergetevi nell'atmosfera artistica dell'inizio del XX secolo, prendendo un caffè in uno dei celebri locali di Montparnasse, come La Coupole, Le Dôme o La Rotonde. Questi caffè erano frequentati da artisti come Picasso, Modigliani e Sartre.

Successivamente, recatevi al cimitero di Montparnasse (3 Bd Edgar Quinet), dove sono sepolti molti personaggi famosi come Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Samuel Beckett e Baudelaire. È un luogo di calma e meditazione nel cuore della città.

A circa dieci minuti a piedi dal cimitero si trova la Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, un museo dedicato all’arte contemporanea, riconoscibile per la sua architettura in vetro e caratterizzata da mostre d’avanguardia. Vi consiglio di andarci subito, perché tra qualche mese questa Fondazione abbandonerà il 261 di Boulevard Raspail per riprendere vita in un altro quartiere.

Quando il clima si farà più caldo, recatevi al Parc Montsouris, uno dei parchi più grandi della capitale, perfetto per una pausa rilassante. Progettato sotto Napoleone III, questo parco in stile inglese è il luogo ideale per una passeggiata o un picnic in riva al lago.

Dopo esservi goduti il ​​parco, dirigetevi verso lea Catacombe di Parigi, una delle attrazioni più affascinanti del 14° arrondissement. Questa vasta rete sotterranea ospita le ossa di oltre sei milioni di parigini, traslate nel corso del XVIII e XIX secolo da vari cimiteri della città.

Concludete il vostro itinerario con una passeggiata nel quartiere di Alésia, noto per i suoi negozi, per i ristoranti e per l'atmosfera da villaggio. Passeggiate lungo rue d'Alésia per un po' di shopping o fermatevi in ​​uno dei tanti caffè a bere qualcosa. Divertitevi!


domenica 19 gennaio 2025

L'età fragile

 

L'età fragile è un romanzo di Donatella Di Pietrantonio, pubblicato da Einaudi nel 2023 e vincitore dei premi Strega e Strega giovani nel 2024. Oggi ne parliamo perché il romanzo è appena uscito in Francia per i tipi di Albin Michel e nella traduzione di Laura Brignon.

La storia è narrata da Lucia, una fisioterapista che vive in un paese vicino a Pescara. Separata dal marito, Lucia è preoccupata per la figlia Amanda, studentessa universitaria a Milano. Durante la pandemia, Amanda torna a casa, mostrando un comportamento chiuso e silenzioso.

Parallelamente, Lucia deve confrontarsi con il desiderio del padre anziano di lasciarle in eredità un terreno di famiglia al "Dente del Lupo", nell'Appennino abruzzese. Questo luogo è segnato da un tragico evento accaduto trent'anni prima: l'omicidio di due giovani turiste modenesi e il ferimento di Doralice, amica d'infanzia di Lucia. Questo trauma ha lasciato cicatrici profonde nella comunità locale e nella vita di Lucia stessa.

L'età fragile mi ha colpito per diversi motivi. Superficialmente, sono stata attirata dal fatto che le turiste uccise vengono da Modena come me. Sapendo che la vicenda era ispirata a un fatto di cronaca, sono andata a controllare se qualche modenese fosse coinvolto (per la cronaca, no). Poi lo stile asciutto e incisivo di Donatella di Pietrantonio mi ha avvinto per la fermezza e la delicatezza con cui evoca luoghi e sentimenti profondamente radicati nell'animo umano, offrendo una riflessione sulle dinamiche familiari e sui traumi che segnano le vite delle persone. La narrazione intreccia abilmente passato e presente, permettendo al lettore di comprendere come gli eventi trascorsi influenzino le scelte e i comportamenti attuali dei personaggi. 

Ho avuto la fortuna di incontrare questa scrittrice e di intervistarla. Mi hadetto di essere affascinata dal modo in cui i traumi decostruiscono percorsi apparentemente predefiniti nella vita delle persone, e da come queste persone riescono a forgiarsi un nuovo destino. L'empatia e l'arte di Donatella di Pietrantonio si prestano alla narrazione di queste distruzioni e di queste ricostruzioni e riescono anche ad accattivare il lettore con una certa suspense. 

Questo martedì 21 gennaio 2025 alle 19,30, la scrittrice presenterà l'opera alla libreria italiana La Tour de Babel 

mercoledì 15 gennaio 2025

Le mappe della metro

Cosa sarebbe Parigi senza il métro? Odiata dai parigini, la metropolitana è ormai uno dei simboli della capitale francese, che ha ispirato e continua a ispirare gli artisti. È facile reperire gli ingressi della metropolitana in stile liberty o trovare l'anno di inaugurazione di questa rete che oggi conta circa 300 stazioni. Proprio per questo oggi parlerò di alcuni progetti meno conosciuti che sono stati ispirati unicamente dalla mappa della metropolitana che è già, in sé, un oggetto di design.

La mappa della metro culturale di Lucas Destrem

Innanzitutto un geografo, Lucas Destrem, ha creato una mappa della metro culturale, in cui il nome di ogni stazione inclusa nel piano in vigore a dicembre 2020 è stato modificato o sostituito dal nome di un luogo d'arte o di cultura situato nei paraggi. Il progetto iniziale era quello di aiutare i gestori culturali ad uscire dalla crisi dovuta al covid, ma la mappa è tuttora affascinante e permette di avere la misura della ricchezza dell'offerta culturale parigina. Da un punto di vista più strettamente geografico, questa mappa ci permette di riflettere sulla toponomastica urbana e sulla diversità e la fragilità dell'offerta culturale della capitale. È possibile scaricare gratis la mappa culturale qui (in fondo alla pagina).

La metro è diventata anche un memory online: basta cliccare qui per inserire a memoria tutte le stazioni metro di cui si ricorda il nome: appariranno magicamente sulla mappa muta insieme alla percentuale di stazioni aggiunte rispetto al totale. Bisogna farlo per capire quanto sia gratificante.

Se non sei a Parigi e ti manca la routine, ora saprai come goderti la metropolitana senza il logorio che le è immancabilmente associato! Buon viaggio immaginario!

lunedì 13 gennaio 2025

Come trovare lavoro a Parigi in ambito culturale


Trovare lavoro a Parigi in ambito culturale può essere impegnativo, ma esistono diverse strategie efficaci per raggiungere questo obiettivo:

1. Puntare alle istituzioni e alle imprese culturali

Musei e gallerie: Parigi ospita numerosi musei (Louvre, Orsay, Centre Pompidou) e gallerie d'arte. Consultate i loro siti web per opportunità di mediazione culturale, gestione di mostre o comunicazione.

Teatri e opere: istituti come l'Opera di Parigi o i principali teatri offrono spesso posizioni nella gestione, nella produzione o nella biglietteria.

Centri culturali: centri culturali come la Maison de la Poésie, la Gaîté Lyrique e la Cité Internationale des Arts reclutano in vari campi.

Istituzioni internazionali: organizzazioni come l'UNESCO o l'Istituto francese di Parigi sono luoghi di opportunità nella cooperazione culturale.

2. Utilizzare piattaforme specializzate

Siti dedicati alle professioni culturali:

ProfilCulture: questo sito è un riferimento per le offerte di lavoro nel settore culturale in Francia.

JobCulture: Piattaforma dedicata al lavoro in ambito culturale.

ArtJobs: piattaforma internazionale per offerte di lavoro nel campo dell'arte e della cultura.

Apec e LinkedIn: queste piattaforme contengono anche offerte nel campo culturale, in particolare nelle funzioni di comunicazione, gestione di progetti o amministrazione culturale.

3. Rete nel settore culturale

Eventi e inaugurazioni: Partecipare a mostre, inaugurazioni, spettacoli, festival e convegni a Parigi può permetterti di incontrare professionisti del settore. Il networking è fondamentale nella cultura.

Incontri e fiere: partecipa a fiere (come il Salon du Livre, Paris Photo o festival come Avignon Off) o ad eventi di networking in spazi come Gaîté Lyrique.

Gruppi LinkedIn: iscriviti a gruppi professionali legati alla cultura e all'arte per scambiare idee e trovare nuove opportunità.

4. Formarsi o specializzarsi

Se hai bisogno di specializzarti, Parigi offre numerosi corsi, formazioni e masterclass in ambito culturale presso la Sorbona, Paris 1 Panthéon-Sorbonne, l'École du Louvre o scuole private (IESA, ICART).

Corsi di formazione brevi o certificati (come quelli del CNAM o dei MOOC online) possono anche rafforzare le tue competenze nella gestione culturale, nella comunicazione o nella produzione di eventi.

5. Candidatura spontanea e stage

Le candidature spontanee sono comuni in ambito culturale. Individua le strutture culturali di Parigi dove vorresti lavorare (musei, case editrici, compagnie teatrali, ecc.) e invia la candidatura con una lettera di presentazione personalizzata.

Gli stage sono anche un punto di ingresso ideale, in particolare in musei, festival o istituzioni come l'Opera di Parigi, festival cinematografici o case di produzione.

sabato 11 gennaio 2025

Mundolingua

 



Un museo curioso ma per me imperdibile di Parigi è Mundolingua : museo delle lingue, del linguaggio e della linguistica. Si tratta di un museo ludico e interattivo che offre la possibilità di riflettere sulle lingue naturali esplorando le loro diversità e le loro ricchezze. All'interno del museo sono proposti periodicamente eventi, incontri a tema e laboratori. 
Insomma, un vero e proprio paradiso per chi si interessa di traduzione e di apprendimento delle
lingue straniere. Il materiale presentato è accessibile nelle sei lingue dell'ONU: inglese, arabo, spagnolo, francese, cinese mandarino e russo.
Non esitate a scoprire questo museo per avere una nuova prospettiva sul linguaggio, specchio dell'umanità.

mercoledì 8 gennaio 2025

9 gennaio

Il 9 gennaio del 1950 il sindacato CGIL aveva indetto uno sciopero provinciale per protestare contro il licenziamento di gran parte degli operai delle Fonderie Riunite di Adolfo Orsi. Questo licenziamento di massa doveva permettere l'assunzione di personale che non fosse legato né a sindacati né a partiti politici.

Il giorno prima dello sciopero, arrivarono a Modena circa 1500 poliziotti da altre province emiliano-romagnole e la vox populi narra che molti di loro si andarono ad ubriacare in un locale in via Taglio prima di recarsi al presidio alle Fonderie Riunite. Il fatto è che poliziotti e carabinieri presidiarono massicciamente le Fonderie, appostandosi anche sui tetti della fabbrica armati di mitragliatrici e intervenendo con un mezzo blindato e artiglieria pesante. Il bilancio della giornata fu di 6 morti e 200 feriti, alcuni gravi. Le persone uccise morirono in diversi modi: alcuni colpiti al petto, altri alla nuca, uno linciato in un fosso coi calci dei fucili.

Uno dei 6 morti era Arturo Malagoli, di vent'anni, il fratello di mia nonna, che era incinta all'epoca dei fatti e che decise di chiamare l'unico figlio (mio padre) Arturo, in onore del fratello. L'episodio ha segnato profondamente la mia famiglia e quelle delle altre vittime. 
L'anno scorso ho raccontato questa storia a Valentin Prévôt, un disegnatore parigino che l'ha trasformata in fumetto insieme ad altre due.
La vicenda costituisce una ferita mai sanata nella memoria dei modenesi e tuttora il cippo che ricorda le vittime si trova nel luogo in cui sorgevano le Fonderie Riunite, in un punto lontano dal centro, poco frequentato e poco visibile. Evidentemente, si tratta tuttora di un episodio considerato imbarazzante dall'amministrazione. Il 9 gennaio 2019, il collettivo FX ha fatto trovare nei pressi del cippo, dove ogni anno si raccolgono alcuni parenti delle vittime e un rappresentante delle autorità, un murale temporaneo (su carta). Gli agenti della Digos hanno divelto il murale che vedete nella foto della Gazzetta di Modena prima dell'inizio della commemorazione dell'eccidio. Come potete leggere qui la questura ha dichiarato a Repubblica (edizione bolognese) che l'intervento è stato dovuto al fatto che l'opera è stata giudicata inopportuna dagli agenti.
I parenti delle vittime hanno lanciato una petizione per permettere al collettivo di realizzare la stessa opera sul muro dell'acquedotto adiacente, e hanno rilanciato chiedendo all'amministrazione di mettere una targa a memoria dei caduti in piazza grande. Se volete firmarla, la trovate qui. Oggi, 9 gennaio 2025, la targa in Piazza Grande ancora non esiste. 

sabato 4 gennaio 2025

La street art del 13° arrondissement


 Il 13° arrondissement di Parigi è diventato, negli anni, un vero e proprio museo a cielo aperto grazie alle sue numerose opere di street art. Numerosi artisti di fama mondiale hanno lasciato il segno sui muri del quartiere, creando un percorso ricco e diversificato per gli amanti di quest'arte urbana. Ecco un percorso che puoi completare a piedi in 2-3 ore (a seconda del tuo ritmo) che ti permetterà di scoprire gli affreschi più grandi del 13° arrondissement. Non dimenticare di visitare queste opere durante il giorno, poiché non sono tutte illuminate.

Punto di partenza: Place d’Italie

“La Madre Secolare 2” di Inti – 12, avenue d’Italie

Inti, artista cileno, è noto per i suoi affreschi monumentali intrisi di simboli e riferimenti religiosi e culturali sudamericani. Quest’opera dai toni caldi raffigura un’imponente figura femminile, un motivo ricorrente nell’arte di Inti.

“Grand Elephant” di ROA – 81, boulevard Vincent Auriol

ROA, un artista di strada belga, è famoso per le sue rappresentazioni in bianco e nero di animali, spesso in pose realistiche. Questo gigantesco elefante, dipinto su un edificio, è una delle opere più impressionanti del 13° arrondissement.

Tappa 2: Rue Jeanne d'Arc

“Liberté, égalité, fraternité” di OBEY (Shepard Fairey) – 141, rue Jeanne d’Arc
Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey, è una figura chiave della street art internazionale, particolarmente noto per il suo celebre ritratto di Obama. Questo affresco, realizzato in omaggio ai valori repubblicani francesi, è realizzato nello stile grafico e iconico di Obey.
Nel 13°, c'è un murale ad ogni angolo!
“Croisement entre tradition et modernité” di C215 – Rue Jeanne d’Arc
C215, un altro artista famoso, è di Parigi. È conosciuto soprattutto per i suoi stencil dettagliati e colorati che raffigurano i volti di personaggi anonimi e famosi.
Le sue opere sono sparse per tutto il quartiere. Passeggiando lungo Rue Jeanne d'Arc, potresti incontrarne diversi.

Tappa 3: Boulevard Vincent Auriol

Affresco di D*Face – Boulevard Vincent Auriol

Questo artista britannico, noto per il suo stile pop art, spesso ironico e provocatorio, ha realizzato un affresco su una delle grandi pareti del viale. L'affresco raffigura un volto stilizzato, tipico del suo approccio decostruttivista alle icone della cultura popolare.

Opere di Jef Aérosol – Quai de la Gare (metro 6)

Jef Aérosol, pioniere della street art in Francia, ha decorato diversi punti del 13° arrondissement con le sue espressive sagome in bianco e nero. Troverai in particolare ritratti di bambini o musicisti nel suo caratteristico stile stencil.

Tappa 4: Rue du Chevaleret e dintorni

“Astronauta” di Invader – Vicino a rue du Chevaleret
Invader, famoso per i suoi mosaici ispirati al videogioco Space Invaders, ha sparso le sue opere per tutta Parigi. Il 13 ne ha diversi, spesso nascosti agli angoli delle strade. Questo mosaico di un astronauta è un sottile riferimento all'esplorazione urbana.
“Atlante” di Maye – Rue du Chevaleret
L'artista francese Maye ha realizzato un affresco di grandi dimensioni che rappresenta un personaggio surrealista dalla silhouette allungata, simbolo dell'interazione tra passato e futuro.

Tappa 5: La Butte aux Cailles

Affreschi di Miss.Tic – quartiere Butte aux Cailles

Miss.Tic è un'altra figura di spicco della street art parigina, nota per i suoi stencil che mescolano volti femminili e aforismi poetici o impegnati. Il quartiere Butte aux Cailles, con le sue stradine e le case colorate, è uno dei luoghi dove trovare molte delle opere dell'artista.

“Boulevard Paris 13” – Affreschi giganti del quartiere

Questo progetto artistico ha visto artisti provenienti da tutto il mondo realizzare giganteschi murales sulle facciate degli edifici. Tra questi, Conor Harrington, Jorge Rodriguez-Gerada e Pantonio.

Fine del percorso: Parc de Choisy

Varie opere nel parco – Parc de Choisy

Il parc de Choisy ospita nei suoi spazi verdi alcune opere di street art, tra cui creazioni di artisti locali meno conosciuti.

Se vuoi essere guidato passo dopo passo in questo percorso, puoi scaricare l'applicazione "Street Art 13" che elenca e geolocalizza tutte le opere del quartiere, facilitando la tua passeggiata.