venerdì 25 aprile 2025

25 aprile a Parigi

Oggi 25 aprile, qui a Parigi è un giorno feriale, ma io festeggio ugualmente la liberazione assistendo a questo importante convegno. Se siete qui, siete ancora in tempo per partecipare. Interessante anche l'apertura sulle resistenze in altri paesi.

W la resistenza e la liberazione dal nazifascismo!





venerdì 11 aprile 2025

Josephine Baker

Oggi ricorre il 50° anniversario della morte di Joséphine Baker. In Italia è conosciuta soprattutto come la ballerina dal gonnellino di banane, mentre in Francia le sue spoglie sono state trasferite al Panthéon. Joséphine Baker è stata effettivamente quella ballerina, ma non solo. Come si vede da questo video, che trovate nella versione francese di questo blog, Joséphine Baker è molto nota in Francia anche per aver animato e supportato la resistenza durante la seconda guerra mondiale. Sin dallo scoppio della guerra, infatti, si era arruolata nella croce rossa, ma lavorava anche per il controspionaggio recapitando messaggi segreti nascosti negli spartiti. Quando le sue attività divennero sospette in Francia, continuò a sostenere la resistenza dal Marocco. A guerra finita, ha ottenuto la Légion d'Honneur a riconoscimento di queste attività. Sempre impegnata per i diritti umani, adottò bambini provenienti da tutto il mondo e militò a fianco di Martin Luther King prendendo anche pubblicamente la parola in occasione della famosa marcia su Washington.

Joséphine Baker era
conosciutissima anche in
Italia© Leemage via AFP

Insomma, Joséphine Baker ha saputo utilizzare il proprio talento e la propria bellezza per crescere sul piano umano arrivando anche ad aiutare il prossimo e a lottare per i diritti civili anche in paesi in cui non risiedeva. Costituisce un esempio umano ammirevole, e lo studio attento della sua biografia evidenzia senz'altro il carattere eccezionale e fuori dagli schemi della sua personalità.

Pour la version française de ce post, incluant une vidéo sur Joséphine Baker, cliquez ici.

© Studio Harcourt. Colore: My Heritage


domenica 6 aprile 2025

Italissimo

 

La locandina di quest'anno, disegnata da
Lorenzo Mattotti, un illustre italiano a Parigi

Si chiude oggi il festival Italissimo, dedicato alla letteratura e alla cultura italiana. Questa decima edizione è stata particolarmente ricca di eventi e ospiti.  In tutta Parigi, nelle scuole, nelle università, nelle librerie e nei luoghi culturali, le iniziative si sono moltiplicate: laboratori, aperitivi e conferenze in cui la cultura e la letteratura italiana sono state le protagoniste.

Gli incontri di Italissimo offrono sempre l'opportunità di incontrare uno scrittore in modo piacevole e relativamente intimo: il pubblico raramente supera le 50 persone, il che rende possibili scambi autentici. Il festival attrae ogni anno alcuni dei numerosi italiani residenti o di passaggio a Parigi, oltre a molti francesi amanti della cultura italiana.

In quanto italiana, l'unico difetto che vedo nell'organizzazione del festival riguarda la scelta di minimizzare la presenza degli interpreti, anche quando l'autore invitato non parla un ottimo francese. Ritengo infatti che il pensiero di questi scrittori potrebbe essere più articolato nella loro lingua madre. Tuttavia, l'iniziativa è rivolta principalmente ai francesi italofili (esistono!) che leggono questi autori in traduzione e trovano certamente più pratico ascoltare gli interventi direttamente in francese. Tra l'altro, gli autori invitati hanno spesso una traduzione appena uscita in Francia. Bisogna infine ammettere che molti scrittori italiani sono francofili e riescono a stimolare la riflessione e la discussione anche in lingua francese.

Dal 2021 il festival Italissimo esiste anche in una versione lionese. Da quattro anni si tengono quindi due incontri all'anno con la cultura italiana. Arrivederci tra qualche mese a Lione!

martedì 1 aprile 2025

Il Duca


Come al solito, se esce in Francia un romanzo italiano che mi è piaciuto, lo recensisco qui. Il 4 aprile Métailié pubblicherà qui a Parigi Il Duca di Matteo Melchiorre, nella traduzione di Anne Echenoz e Serge Quadruppani. Si tratta della storia dell'ultimo discendente di una famiglia nobiliare, i Cimamonte. Questo giovane solitario, soprannominato appunto "il Duca", si trasferisce nella villa di famiglia a Vallorgàna, un piccolo paese di montagna.

La sua tranquillità viene interrotta nelle prime pagine, quando Nelso, un boscaiolo e tuttofare di fiducia, lo informa che Mario Fastréda, un anziano noto per la sua influenza nel paese, ha sconfinato nei boschi di proprietà del Duca. Questo evento scatena nel protagonista un senso di orgoglio e determinazione nel difendere i propri diritti e la memoria della sua famiglia e coincide con il reperimento, da parte del Duca, di tracce e documenti sempre più inquietanti riguardo ai suoi antenati.

Ben presto, la disputa tra confinanti trascolora e si confonde con la storia degli antenati, perché entrambe sono radicate nel luogo, e il luogo emerge a sua volta da un tempo. A contatto con personaggi che lo rispecchiano o gli parlano in qualche modo di lui, il Duca si troverà in un vortice di tempi, di conflitti e di segreti inconfessabili. Riuscirà a uscirne vivo?

Non svelerò nulla, ma consiglio il romanzo a chi non sa se è meglio andare avanti o guardarsi indietro, o a chi cerca un modo per fare entrambe le cose. Matteo Melchiorre, che ho avuto la fortuna di incontrare, affronta questioni esistenziali profonde e complesse con un piglio affabulatore irresistibile. Buona lettura!

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